Ospitiamo con piacere, anche quest’anno, Nicola Caligiore, Capo della Delegazione italiana e membro del Reference Group, l’organo di governo dell’Eurovision Song Contest. Nell’intervista, che ci ha gentilemente rilasciato e per cui lo rigraziamo, si parla della vittoria italiana allo Junior Eurovision Song Contest 2014, di questi cinque anni di ESC e, naturlamente, de Il Volo, il trio che ci rappresenterà a Vienna.

Non possiamo non cominciare che dallo Junior Eurovision Song Contest 2014. Come è nata l’idea di partecipare anche a questo concorso?

Il top management della Rai ha deciso di partecipare al concorso ed il Direttore Liofredi (Rai Ragazzi) si è mostrato entusiasta del progetto.

L’Italia, al suo debutto vince. Vuoi raccontare qualcosa di quella settimana a Malta, ma soprattutto, di quel sabato sera?

Come immaginerai è stata una grande emozione sentire “The winner is Italy”. Un risultato del genere riempie di gioia sia come professionista che come cittadino. Sono molto felice che Vincenzo (Vincenzo Cantiello rappresetante italiano allo JESC 2014 NdR) sia piaciuto così tanto e sono felice per tutta la squadra che ha lavorato con grande dedizione.

Parliamo dell’Eurovision 2014. Come notavamo anche l’anno scorso, Emma non si è certo risparmiata a Copenaghen, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato. Qual è la tua opinione al riguardo?

Ex post si possono elaborare mille teorie ma il punto è che le logiche di questo evento sono molto complesse. Non lo ripeterò mai abbastanza: sono molto grato e soddisfatto di come Emma si sia spesa per Eurovision, con passione, determinazione ed umiltà. Al di là di tante affermazioni, a mio parere ingiuste che hanno riportato i giornali, chiunque abbia vissuto l’esperienza di prima mano nella delegazione italiana può confermarlo.

Dal 2011, per i primi tre anni, il nostro rappresentante è arrivato da Sanremo, ma quest’anno si è andati oltre, legando maggiormente le due manifestazioni. Come si è arrivati alla scelta di inserire nel regolamento del Festival il link all’Eurovision?

Credo sia semplicemente la scelta più trasparente ed aziendalmente sensata, quella di creare una sinergia con il Festival di Sanremo. Non dimentichiamo anche il legame storico che lega le due trasmissioni.

Quali reazioni hai riscontrato nei Campioni in gara a Sanremo, quando hanno saputo che avrebbero avuto la possibilità di rappresentare l’Italia all’ESC?

C’è stato grandissimo interesse, molto più di quello che mi aspettassi. Credo che ESC sia una piattaforma molto interessante per un cantante italiano e sono orgoglioso che i servizi pubblici europei continuino ad investire in una produzione che promuove la cultura e la musica nazionali assieme alla grande diversità che rende l’Europa un continente unico.

Molti artisti, Arisa prima di tutti, ma non solo lei, ormai esprimono la voglia di rappresentare l’Italia. Come vedi questa sempre maggiore voglia di Eurovision nei cantanti italiani? Quanta soddisfazione per il lavoro svolto in questi cinque anni?

Tantissima soddisfazione. È stato un percorso abbastanza faticoso. (Ri)costruire una storia televisiva di successo lunga 60 anni, quasi dimenticata dopo tanti anni di assenza, è certamente un’impresa ardua specialmente in un mercato molto frammentato.

Veniamo ai nostri rappresentanti di quest’anno: i tre ragazzi de Il Volo. Sulla loro vittoria si è detto e scritto di tutto e forse troppo. Vuoi dirci cosa ne pensi?

Penso che siano bravissimi e sono felice che – in una certa misura – siano “figli di Mamma Rai”. Quando il successo arriva in maniera così palese su tutti i fronti (televoto, vendite, concerti all’estero, ecc.) le critiche sono davvero pretestuose.

Ignazio, Gianluca e Piero si sono dimostrati entusiasti di andare a Vienna, dichiarando di voler riportare l’Eurovision in Italia. A te come sembra si stiano preparando per questa esperienza?

I ragazzi mi sembrano molto preparati e sono certamente abituati a grandi eventi in giro per il mondo. Credo sarà una bellissima permanenza a Vienna.

Per chiudere, ti andrebbe di fare un primo bilancio di questi cinque anni di lavoro come Capo Delegazione e come membro del Reference Group?

È un lavoro meraviglioso: mi ritengo fortunato di avere questo incarico ed ho imparato moltissimo. Ho sempre cercato di dare il massimo in ogni contesto relativo all’Eurovision per far si che, nel mio piccolo, l’azienda fosse rappresentata al meglio.

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